Sveglia! Protesta contro il DDL Moratti

Motivi della protesta Il Governo intende varare a un pacchetto di riforme dell'istruzione pubblica superiore (DDL "Moratti" per il riordino dello stato giuridico e del reclutamento dei professori universitari) lesivo dell'intero sistema universitario pubblico (previsto in discussione alla Camera dal 21 Febbraio). Tale disegno di legge, che ha determinato un ferma presa di posizione in senso critico da parte di tutto il mondo accademico, inclusa la CRUI e molti Senati Accademici, si inquadra in una generale destrutturazione del sistema pubblico dell'istruzione e della ricerca. In particolare, se il DDL venisse approvato nella forma attuale, vanificherebbe tutte le energie e risorse profuse negli ultimi anni dall'Università Italiana per offrire, malgrado tutte le difficoltà, un'attività didattica e una ricerca scientifica al livello degli altri paesi Europei.

In particolare, la riforma disconosce il ruolo fondamentale svolto dai ricercatori universitari sia nella ricerca che nella didattica, e sembra ignorare il fatto che senza il loro contributo l'attuazione dell'ordinamento didattico sarebbe gravemente compromessa. Di fatto il DDL abolisce la figura del ricercatore e introduce delle forme di precariato per sopperire alle carenze che verrebbero a crearsi sia nel campo della didattica che nella ricerca scientifica, separando indissolubilmente i due ruoli.

Tale prospettiva si prefigura come un evidente impoverimento del sistema universitario pubblico. Da una parte il lungo e incerto precariato dissuaderà sempre più i giovani dall'intraprendere una carriera universitaria che si prospetta difficile e vessatoria e dall'altra parte la separazione dell'attività di ricerca da quella della didattica abbasserà inevitabilmente la qualità e il livello di aggiornamento della didattica.

Il pericolo della disinformazione: Nonostante la protesta contro il DDL Moratti coinvolga da mesi più di 40 atenei italiani essa è stata sostanzialmente oscurata dagli organi di informazione.

Per capire e approfondire:

Forme di protesta I Ricercatori e Professori del Dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa hanno aderito allo sciopero bianco proclamato a livello nazionale e quindi si atterranno a svolgere i soli compiti istituzionali, e non accetteranno ulteriori corsi nella programmazione didattica 2004-2005, né dati per affidamento, né banditi come supplenze. Iniziative analoghe sono state intraprese in molti altri Atenei (es. Roma, Firenze, Padova, Palermo). In particolare, poiché i ricercatori non hanno compiti didattici istituzionali, essi non figureranno titolari di corsi nella programmazione didattica 2004-2005.

Conseguenze L'astensione dei Ricercatori e Professori dall'assumere compiti didattici non istituzionali minaccia di compromettere il regolare svolgimento dell'A.A. 2004-2005. In particolare, per quanto riguarda il Dipartimento di Informatica:
  • la programmazione didattica non ha potuto svolgersi nei tempi previsti con conseguente ritardo dell'avvio dell'anno accademico
  • non sarà possibile garantire tutte le docenze per i tre corsi paralleli (A, B, C) programmati per gli studenti del primo anno, e quindi in molti casi i corsi scoperti verranno mutuati su quelli paralleli effettivamente attivati
  • dei tre corsi paralleli (A, B, C) programmati per gli studenti del secondo anno, solo due verranno effettivamente attivati, perché le docenze del terzo sono rimaste completamente scoperte
  • alcuni corsi fondamentali non coperti sono stati spostati al secondo semestre, rimandando il problema di alcuni mesi senza poterlo risolvere
  • nonostante l'anno accademico venga fatto partire (in ritardo), sussiste il forte rischio che non sia possibile completarlo regolarmente, visto che la stragrande maggioranza dei corsi previsti nel secondo semestre sono attualmente scoperti

Censimento dello stato di agitazione dell'Università di Pisa (Venerdì 8 Ottobre)

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