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C'è una particolare matrice tridiagonale che viene largamente studiata
perché strettamente legata a certi importanti problemi fisici. Si tratta di
una matrice che per ogni riga i ha gli elementi aii=2 e
ai,i+1=ai,i-1=-1; i rimanenti elementi sono nulli. Mostriamo in quali
applicazioni si ottiene.
Consideriamo un problema che si presenta spesso in applicazioni fisiche,
quello della risoluzione (numerica) di problemi differenziali con
condizioni ai limiti del tipo
con f(x) funzione assegnata.
Uno dei modi per trovare la soluzione di questa equazione consiste
nel considerare l'equazione non sull'intervallo (continuo) [0,1]ma nell'insieme (discreto) di punti xi = ih, per
e
h=1/(n+1), e di approssimare l'operazione di ``derivata seconda''
utilizzando solo questi valori xi. Questo metodo si chiama delle
differenze finite.
Per approssimare la derivata seconda nel discreto si parte dalla
formula di Taylor calcolata in xi+h:
y(xi+h) = y(xi) + h y'(xi) + h2 y''(xi)/2 + h3 y'''(xi)/6 + o(h3).
Calcolando la stessa formula in xi-h e sommando le due espressioni
ottenute, i termini y' e y''' si cancellano e ricaviamo
y(xi+h)+y(xi-h) = 2y(xi) + h2 y''(xi) + o(h3).
Adesso trascuriamo il termine o(h3) e poniamo
yi=y(xi). Otteniamo
così che
L'equazione che vogliamo risolvere si trasforma così nel sistema
di equazioni
dove le incognite sono
.
Abbiamo cioè ottenuto un
sistema lineare con una matrice tridiagonale di ordine n che
chiameremo An:
Questa matrice (o matrici molto simili) compare talmente spesso da venire
usata come matrice ``test'' per verificare l'efficienza e la precisione dei
vari metodi per la risoluzione di sistemi lineari (vedi pag. 283 del libro
di testo per un esempio in due dimensioni). Ovviamente, per migliorare
l'efficienza, i vari metodi vanno
specializzati per tenere conto della particolare struttura della matrice
(gli elementi non nulli sono solo 3n-2, e quindi molte locazioni di
memoria e operazioni di calcolo possono essere risparmiate!).
Sono molte le proprietà di An che possono essere dedotte teoricamente.
Si può ad esempio dimostrare che gli autovalori sono
e da essi possiamo ricavare il numero di condizionamento
sfruttando lo sviluppo in serie di
.
È un esercizio interessante cercare di dedurre teoricamente le proprietà dei
vari metodi quando sono applicati a questa matrice, e verificare
sperimentalmente il loro comportamento.
La decomposizione in forma
An=LnUn di questo tipo di matrici è
nota:
da cui si ricava immediatamente che
.
Per quanto
riguarda la matrice
della decomposizione
di Cholesky, si
ha
Si noti che in entrambe le decomposizioni la struttura di An si mantiene: il
numero di elementi non nulli in
è sempre dell'ordine di
n. Questa proprietà di sparsità si perde invece nelle inverse, che sono sempre
``piene''. Ecco alcuni esempi di inverse per n=4,5:
Per n=4, queste sono le matrici intermedie A(k) che si ottengono
applicando l'eliminazione di Gauss:
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Daniele Finocchiaro
1998-11-13