DAL BARATTO ALLA MONETA

Nei primi anni dopo la fondazione, su Naxos, gli scambi venivano effettuati con il sistema del baratto: ogni bene veniva cioè scambiato con altri beni, e quindi ciascun bene aveva un prezzo in termini di ogni altro bene.

D'altra parte, la natura stessa dell'economia della base, imponeva un'alta specializzazione del lavoro, nel senso che ogni soggetto si doveva necessariamente dedicare solo alla produzione di un insieme ristretto di beni o alla prestazione di solo certi servizi. Si rese così necessario adottare un bene intermediario in grado di facilitare gli scambi e risolvere i problemi intrinsechi al baratto stesso, tra cui:

- coincidenza fra i bisogni dei compratori e dei venditori: chi voleva scambiare, ad esempio, cavalli contro buoi, doveva trovare chi fosse disposto a cedere buoi per ottenere cavalli;

- difficoltà di scambio a causa dell'indivisibilità dei beni: se sul mercato si scambiavano due cavalli per un bue, diventava impossibile cedere un solo cavallo allo scambista che disponeva di buoi;

- obbligo di conoscenza di una serie innumerevole di ragioni di scambio, cioè il prezzo di ciascun bene in termine di tutti gli altri.

A questo scopo la StarMine decise in tempi più recenti di stampare banconote conferendo loro potere liberatorio illimitato. Questo nuovo bene fu studiato in modo che potesse assolvere alle seguenti funzioni:

- fosse mezzo di scambio, in quanto consentisse di superare gli inconvenienti del baratto;

- fosse misura di valori, in quanto permettesse di valutare oggettivamente la ragione di scambio dei singoli beni, cioè il loro prezzo;

- fosse serbatoio di valori, in quanto consentisse di conservare nel tempo la ricchezza: fosse cioè un ponte tra il presente e il futuro;

- fosse mezzo di pagamento, dato che sarebbe servita ad estinguere obbligazioni anche al di fuori dello scambio(pagamento di debiti, donazioni, ecc.).

Per rendere effettivamente funzionante questo nuovo modo di commerciare occorreva che ogni banconota fosse accettata da tutti, fosse, cioè, facilmente convertibile in altri beni: questa sua caratteristica prende il nome di liquidità.


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prologo
Gradalis Italicus 1997.
Versione 1.1
30/3/97